Una
delle frasi che abbiamo ascoltato più e più volte durante questa
"pandemia" è "patologie pregresse". Da più di 20 anni lavoriamo con la
nutrizione come strumento fondamentale per migliorare la condizione di
salute di persone con disorganizzazione neurologica indipendentemente
della diagnosi. Questo approccio ci ha insegnato a considerare lo stato
di salute al di là dei sintomi e a comprendere come una dieta sana e
personalizzata, l'attività fisica e l'evitare eccessi di tossine siano
un potente strumento che favorisce l'equilibrio fra tutti i sistemi del
nostro organismo.
La condizione di salute non è
qualcosa da subire in modo passivo, in atteggiamento di "attesa", e
sebbene ci siano condizioni particolarmente complesse per le quali
servono risposte farmacologiche aggressive, ciò che noi facciamo o non
facciamo nella nostra quotidianità è fondamentale per la nostra salute.
Non abbiamo sentito parlare o di
questi aspetti e non abbiamo neanche sentito tenerli in considerazione
nelle strategie nazionali di intervento nell'emergenza attuale, e
pensiamo che oltre all'azione diretta e attuale che ognuno di noi deve
fare per avere un sistema immunitario pronto a reagire in modo
adeguato, bisognerebbe andare oltre la retorica del "ne usciremo
migliori" per sfruttare questa situazione per acquisire consapevolezza
che la cura della propria condizione di salute non è qualcosa da
delegare ad un sistema esterno per quanto virtuoso possa diventare.
Contro un sistema di paura e
diffidenza, abbiamo uno strumento potente come è la nostra dieta, e il
nostro stile di vita. Onestamente, fa un effetto piuttosto strano
vedere persone con una mascherina abbassata per fumare, soffiando il
fumo energicamente... o ancora peggio... buttando a terra il mozzicone
con i guanti unti di disinfettante. Non si tratta di fare gli
integralisti, ma di cercare di essere consapevoli dei nostri propri
comportamenti.
L'integrazione fra sistema
immunitario, sistema endocrino e sistema nervoso centrale non è una
trovata "alternativa", ma un'osservazione del funzionamento fisiologico
del corpo e una linea di ricerca integrale portata avanti dai più
prestigiosi gruppi. Non ci possono bastare i "virologi", vogliamo
"fisiologi" che comprendano e che attuino strategie globali.
Se vogliamo rispondere adeguatamente
alle minacce derivanti da condizioni autoimmuni o da patogeni, è
imprescindibile comprendere il quadro complessivo che supera una veduta
legata alla malattia a livello statico e a una medicina "di organo".
Per chi fosse curioso, ho raccolto dodici interessanti articoli pubblicati in riviste scientifiche
che puntano in quella direzione. Trovate la raccolta su questo link.